Biografia

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L' île Noire - feat. Javier Girotto & Badara Seck  ---  AlfaMusic 2024

musiche di Manuela Iori - testi di Maria Teresa Leonetti

"Trovare una raccolta che sappia trasmettere una simile varietà di stati d’animo, e con una tale intensità, è davvero molto raro... Ascoltando l’album, traccia dopo traccia, si viene letteralmente trascinati via, in un mescolarsi di introspezione e innovazione che va ben oltre ciò a cui siamo abituati." Francesco Simone - I love Magazine

"L'Isola trovata e il popolo delle Acque ...i nostri artisti spesso riescono ad esprimere onde liriche in melodie sia di pentagramma che di testo poetico, come nel caso del FIL ROUGE QUINTET nella bella e sentita performance L’ÎLE NOIRE... un jazz di armonie spaziose e di fini arrangiamenti nei quali dar voce ad una lirica universale." Fabrizio Ciccarelli - Roma InJazz

"...L’île noire, un album musicale dei Fil Rouge Quintet, che non sanno cosa sia la banalità. Di brano in brano si ha la sensazione di assistere a un flusso di coscienza, un fiume di emozioni che coinvolge e travolge in una serie di suggestioni uniche nel loro genere."  Francesco Ferri - Gingermag

" ...un ambizioso progetto di ricerca musicale e letterale, che accompagna l'ascoltatore attraverso un viaggio multi etnico, dove musica e parole si fondono in un magnifico crogiolo di colori sapientemente mescolati, come le influenze culturali che caratterizzano il disco." Mauro Zappaterra - Jazz & Jazz Reloaded

L' île Noire uscito a giugno 2024 per AlfaMusic, è un album introspettivo ed evocativo. Ogni persona è un arcipelago, composito e fatto di mille sfaccettature come la vita, come le esperienze umane e "L'isola nera" ne rappresenta le tante parti. Il disco contiene sette brani: sei inediti, composti e arrangiati da Manuela Iori con testi scritti da Maria Teresa Leonetti in italiano e francese, e una cover importante Alexander Platz. Due special guests arricchiscono il lavoro. Si tratta del maestro Javier Girotto nel brano Tango romanesco e del griot Badara Seck, cantante ed esperto di musica africana con grandi collaborazioni in ambito musicale e cinematografico ne Les villes cachées. Quest'ultimo parla della drammatica esperienza del viaggio in mare dei migranti.

Il secondo lavoro di Fil Rouge Quintet è caratterizzato da una ricerca musicale approfondita e sofisticata che si propone di non essere mai scontata, anche a livello strutturale. Sono numerose, infatti, le sezioni strumentali scritte, oltre che le parti di improvvisazione. Vi è un focus sul ritmo: l'amore per i tempi dispari (dove le tabla la fanno da padrone), stacchi ritmici e cambi di tempo repentini che creano un sound sempre inaspettato. La ricerca armonica si è lasciata ispirare dalle musiche dal mondo: dal jazz etiope di Mulatu Astatke, dal trio onirico di Avishai Cohen (non a caso il contrabbasso è spesso grande protagonista nei vari brani), dalla musica africana ma anche dai grandi della musica classica come Mussorgsky.                                                                                                                                                          

Track by Track                                                                                                                                                           

Nel primo brano L' île Noire, che dà il titolo al disco, si parla dell'esperienza personale della solitudine; ne Les villes cachées si parla del viaggio in mare aperto e delle solitudini dei popoli migranti che continuano a vivere e lottare anche dopo la morte nelle città nascoste di un mare che li ha ingiustamente trascinati nei suoi abissi. Prosegue con un tango malinconico e disincantato, Tango romanesco, che ricorda l'amore paterno e le passeggiate domenicali di una bambina insieme a suo padre nella Roma di quarant'anni fa. Si passa poi alla freschezza e leggerezza di un falò estivo alimentato da Le vent de la meril vento del mare, che strizza l'occhio a Couleur Café di Serge Gainsbourg e a seguire si trova un' Alexander Platz in stile Fil Rouge, chiaro omaggio al maestro Franco Battiato che allude all'eleganza dell'interpretazione di Milva. Negli ultimi due brani, uniti dal tema del non esserci più, almeno fisicamente si parla di una cavalletta, in  La sauterellecome fosse una presenza positiva, forse abitata dall'anima di qualcuno che abbiamo dovuto salutare "di corsa, di corsa", è annidata sulla finestra di casa di una donna che ha dovuto dire addio a sua madre, inaspettatamente "presto" e in tempi pandemici, per ricordarle che ancora vive intorno a lei e che forse un giorno, come dice il testo: "ti cercherò, ti troverò, ti rivedrò". Si conclude con una bella suite, la Suite des promeneurs solitaires, composta da quattro tematiche che vertono intorno a quattro storie: quella di un bambino diventato angelo, di una signora elegante, sola e fragile nella sua malattia, arrivata in cielo su una carrozza di nuvole aranciate dalle luci del tramonto, di una ragazza che si interroga sul senso della vita, di una donna ormai consapevole della caducità della vita e giunta a una conseguente quiete interiore.  

LINE UP:

Maria Teresa Leonetti - voce
Manuela Iori - piano, tastiera, cori
Charles Ferris - tromba, flicorno, effetti
Ettore Bonafè - batteria, percussioni
Michele Staino - contrabbasso

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"Tutti nasciamo con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che ci lega inevitabilmente al nostro destino.” — Leggenda cinese

Il progetto Fil Rouge Quintet nasce nel 2015 dall’intesa emotiva di due donne, la cantante e la pianista, che traducono rispettivamente in versi e musica il loro “mood” malinconico e allo stesso tempo grintoso ed energico. Il tutto è colorato dall’incisività della tromba, dai ritmi cadenzati della batteria e dalla profondità delle note del contrabbasso.

Il loro primo album L'Inconnue - la sconosciuta che è in ognuno di noi - è uscito nella primavera del 2016 ed ha ricevuto buone recensioni dalla stampa italiana (La Repubblica, La Nazione, Corriere Fiorentino). Difficile definire il genere ma se è vero che il jazz è ricerca e improvvisazione, pur con molteplici contaminazioni, il progetto può essere inserito nell’ambito jazzistico in senso lato.

La musica tocca le sonorità, i timbri e i colori più disparati: riecheggiano melodie mediterranee con inevitabili richiami alla musica araba e maghrebina. Si muovono i ritmi latini della bossanova e del tango. Non mancano influenze underground legate al funk e all’hip hop, non ultimi il blues e lo swing. L’armonia è variegata, brani modali si alternano a brani tonali, creando atmosfere mai scontate.

I testi, scritti principalmente in francese, lingua dell’anima della cantante parlano della campagna alsaziana, delle persone incontrate durante un viaggio lungo un anno, delle vite complicate e complici di amicizie nate in una Strasburgo invernale irradiata da una luce decisa e bianca come la neve. E ancora, parlano di amori difficili, di una vita, che durano oltre la malattia e l’oblio. Parlano di un padre conosciuto in età senile con tutte le sue fragilità e la sua saggezza recuperata, di una madre piccola e piena di vita che corre, corre in ogni momento del giorno e che ritrova la pace soltanto nelle lunghe passeggiate in collina, alla ricerca di erbe di campo da cucinare. E poi, atmosfere nebbiose del lungo Senna, evocate dalle immagini di un film di Jean Gabin o da un racconto di Maupassant.

"L'album è un elogio elegante della semplicità musicale, poetica e di vita; di pezzi di vita illuminati dalla luce del ricordo, degli affetti, dei silenzi d'amore." 
Fulvio Paloscia - LA REPUBBLICA
"...sorprendente world music urbana che sembra spirare sulla musica da film. Un omaggio alla chanson française, alla camaleontica sensibilità del jazz italiano, alle sperimentazioni di gruppi come Les Negresses Vertes e cantanti come Zaz."
Giovanni Ballerini - LA NAZIONE

Live principali: Cantina Bentivoglio (Bo) - Padova jazz club - U-Percut jazz club (Marseille - FR) - La Sala del Rosso (FI) - Ricomincio da tre (PG) - Marche jazz network (Camerino, MC) - Teatro Miela (Trieste) - Bari in jazz festival  - Café Le Bovary (Luxembourg) - Società Dante Alighieri (Luxembourg) - Le Murate Caffè Letterario (Firenze) - Tradizioni Popolari festival (Firenze) - L'Aérogare (Metz, FR) - TUFA cultural centre (Trier, DE) - L'Archiduc (Bruxelles, BE) - De Floeren AAp, (Mechelen, BE) - New Rocky Pompadour, (Bruxelles, BE).

The Band

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Manuela Iori
Manuela Iori Marchigiana d'origine, classe 1987, ha iniziato lo studio del pianoforte all'età di sei anni presso il "Liceo Musicale Nelio Biondi" di Camerino (MC), con l'insegnante Fabio Paciaroni che l'ha accompagnata nella preparazione degli esami fino al 2009, anno in cui si è diplomata in pianoforte classico presso il Conservatorio G. Pergolesi di Fermo. Trasferitasi a Firenze, inizia lo studio del pianoforte jazz presso l'Accademia Siena-Jazz con il pianista Alessandro Giachero, diplomandosi col massimo dei voti nel 2015. Nel 2024 ha frequentato il master MAI (musica applicata alle immagini) presso il Conservatorio Boccherini di Lucca. Dal 2010 fonda il "Malibra Trio", con il Griot del Burkina Faso Brahima Dembelè e la musicista israeliana Liron Meyuhas, proponendo un repertorio world music che spazia dalla musica africana a quella orientale. Questa esperienza accresce ancora di più in lei il fascino e la curiosità per la musica etnica, sonorità che si ripresentano spesso nella sua musica. Ha suonato con Brahima Dembelè, Adama Dembelè, Paul Victoir Debiré, Liron Meyuhas, Paolo Casu, Gianfranco Narracci, Amit Arieli, Franco Baggiani, Renato Cantini, Tommaso Papini, Piero Spitilli, Simone Morgantini, Nicola Cellai, Mino Cavallo, Gabriele Savarese e Ferdinando Romano. Nel 2015 insieme a Maria Teresa Leonetti fonda il "Fil Rouge Quintet", progetto musicale jazz-world che la vede come compositrice, collaborando con Ettore Bonafe, Charles Ferris e Michele Staino. Nel 2016 esce il primo disco del progetto: "L'Inconnue".
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Maria Teresa Leonetti
Romana d'origine, ha studiato tecnica vocale con impostazione lirica e leggera con la soprano Katia Magnani. E' laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne, francese e inglese. Nel 2006 si trasferisce in Francia, a Strasburgo, per lavorare ad un progetto europeo. Una volta tornata in Italia ha iniziato a cantare nella scena fiorentina: ha collaborato allo spettacolo “Convivenze” diretto da Niccolò Fabi al Teatro Dante di Campi Bisenzio (FI). Nel 2011 ha partecipato a Fabbrica Europa e ha cantato nel coro di Ginevra di Marco e Francesco Magnelli al Teatro La Pergola di Firenze. Dal 2013 ha intrapreso lo studio di canzoni della tradizione ebraica, cantando in yiddish, in ebraico, e ancora in francese, inglese, portoghese, spagnolo e arabo. Si è esibita insieme a Amit Arieli, Gianfranco Narracci, Gabriele Savarese, Simone Morgantini, Nicola Cellai, Piero Spitilli, Ferdinando Romano e altri musicisti in varie location. Tra le più importanti il Museo MACRO di Roma, la Sinagoga di Pitigliano e di Firenze, il Teatro Alfieri di Asti. Dal 2015 ha fondato insieme alla pianista e compositrice Manuela Iori il progetto musicale "Fil Rouge Quintet" del quale fanno parte Ettore Bonafé, Michele Staino e Charles Ferris, che la vede per la prima volta anche in veste di autrice, in lingua francese e italiana, e con il quale si esibisce in Italia e all'estero. Ha fondato a Roma nel 2023 insieme a Diana Tejera e Desirée Infascelli il progetto "Co' li fiori alla loggetta", un omaggio tutto al femminile a Gabriella Ferri, l'anima popolare di Roma.
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Michele Staino
Michele Staino (Fiesole, 1980) è contrabbassista e bassista. Ha studiato con i maestri Franco Nesti, Raffaello Pareti, Riccardo Donati, Paolo Ghetti, Marco Micheli, Furio Di Castri, Paolino dalla Porta, Piero Leveratto e William Parker. Il suo poliedrico talento lo porta a collaborare tra gli altri con: Gianni Coscia, Stefano “Cocco” Cantini, Riccardo Onori, Nico Gori, Franco Santarnecchi, Donald Renda, Fabrizio Mocata, Keith Middleton, Alessandro Lanzoni, Simone Graziano, Paul Dabiré, Maurizio Geri, Amana Melomé, Bobo Rondelli e Bill Smith (Dave Brubeck Quartet). E’ stato direttore artistico delle edizioni 2008, 2009 e 2010 di Jazzando, festival dedicato alla musica jazz d’avanguardia. Dal 2013 suona con la Baro Drom Orkestar, quartetto di musica folk/rock strumentale di ispirazione est europea con all’attivo varie tournée europee (Inghilterra, Svizzera, Austria, Germania, Belgio, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Olanda). Con questo gruppo nell’estate del 2016 suona nel più importante festival d’Europa: lo Sziget Festival di Budapest. Nel 2014 esce per Irma Records il primo disco a suo nome realizzato in duo con il trombettista e musicoterapeuta Renato Cantini: “Ipnotize” presentato con successo all’interno della rassegna jazzistica di Prato Estate 2014. Frequente collaboratore del Club Tenco, partecipa a svariati dischi e spettacoli organizzati dal Club e si esibisce tre volte al Premio Tenco sul palco del Teatro Ariston di Sanremo (nel 2013 con Lu Colombo, nel 2017 con Alessio Arena e nel 2021 con Peppe Voltarelli). Dal 2018 è direttore artistico e animatore delle jam session jazz dell’Ostello Tasso di Firenze e inizia la collaborazione come insegnate di contrabbasso alla scuola di musica il Trillo di Firenze. Durante la pandemia del 2020 partecipa al collettivo della trasmissione web “Tgsuite” capitanata e ideata da David Riondino. Sempre nel 2020 partecipa alla realizzazione del disco “LIFE” di Marco Parente (Black Candy, 2020), allo spettacolo “Omeophonie” dell’attrice comica Arianna Porcelli Safonov (di nuovo in coppia con Renato Cantini), al disco “Planetario” di Peppe Voltarelli (Squilibri, 2021) e a “Danza” di Lu Colombo (Lu Colombo, 2021), di cui cura anche gli arrangiamenti e in cui collabora con il percussionista Tony Esposito. Dal 2023 accompagna musicalmente i recital di Paolo Hendel insieme a Renato Cantini. Nel 2024 registra in trio con Gianni Coscia e Fabrizio Mocata il disco "Bobo Songs - le canzoni di Sergio" dedicato a Sergio Staino.
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Ettore Bonafè
Inizia a suonare le percussioni nel 1980 (precedentemente ha suonato chitarra per svariati anni facendo parte come chitarrista del gruppo "Cartacanta"). Ha studiato tabla in India (1980/1981) con il maestro Thunny Lal e in Italia seguendo i seminari del maestro Shankar Chatterjee. Nell'81 ha iniziato a studiare la batteria con Piero Borri e successivamente con il maestro Timothy Kotowich. Dall '85 si è dedicato allo studio del vibrafono sotto la guida di Alessandro Di Puccio e seguendo i seminari estivi della Berklee a Perugia con Gary Burton e successivamente in Svizzera con il maestro e compositore Ruud Wiener. Nel '90 ha fondato con Paolo Casu il gruppo “Fuentes”, di cui fa parte il musicista Brahima Dembelè (Burkina Faso); con loro ha registrato due cd : “Garam Masala” (1998) e “Irikelè” (2007). Dal 1992 ha fatto parte del nucleo originale di “Banditaliana” di Riccardo Tesi con cui ha realizzato tre CD e tournée in tutta Europa, Québec, Australia, Giappone. Ha suonato per oltre dieci anni con il cantautore Sergio Caputo e partecipato alla registrazione di due suoi CD ( “I love jazz” e “Senoritas”). Ha suonato o registrato con: Stefano “Cocco” Cantini, Patrick Vaillant, Franco Fabbrini, Mirko Mariottini, Giulio Stracciati, Antonello Salis, Ares Tavolazzi, Lello Pareti, Gabriele Mirabassi, Riccardo Galardini, Carlotta Vettori, Antonino Siringo, Giuditta Scorcelletti, Alessandro Bongi, Maurizio Dami, Boliwar Miranda, Chiara Riondino, Francesca Breschi, Nando Citarella, Mauro Palmas, Anna Granata, Alfio Antico, Amedeo Ronga, Mino Cavallo. Fa parte del “Fil Rouge Ruintet” con Maria Teresa Leonetti, Manuela Iori, Charles Ferris e Michele Staino. Ha insegnato percussioni, batteria, vibrafono e musica d'insieme presso la Fondazione Siena Jazz, a Siena, e presso l’associazione “Mosaico” di Colle val d’Elsa. Si è laureato in musiche tradizionali, a indirizzo indologico, in Tabla, presso il Conservatorio di Vicenza. Attualmente insegna nella scuola di musica di Greve in Chianti e per l'associazione "Prima Materia".
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Charles Ferris
Charles Ferris, canadese nato a Toronto, trombettista ed etnomusicologo, arriva in Italia come borsista Fulbright con una ricerca sulle tradizioni e i canti del sud. Da quando ha iniziato a studiare musica classica, quarant'anni fa negli Stati uniti, ha attraversato quasi ogni genere musicale. Come giovane studente è stato premiato a New York City come solista al concorso nazionale della Music Teachers National Association. A 18 anni ha vinto The Louisville Orchestra’s Young Artist Competition e ha suonato come solista con la orchestra che ha fatto la storia della musica del ‘900 americano. Con un’orchestra afro-cubana ha girato tutti i locali di salsa di San Francisco mentre di giorno studiava il jazz e l’improvvisazione contemporanea con Myra Melford, Fred Frith, Henry Threadgill e Steve Coleman. Ha suonato in numerosi progetti di musica balcanica, rock, jazz, funk, blues, ed ensemble di musica improvvisata contemporanea e musica popolare. Il filo rosso che unisce la diversa gamma di generi e progetti musicali in cui ha suonato è la ricerca, l’originalità e una certa attitudine all’improvvisazione. In Italia dal 2006, ha collaborato con centinaia di musicisti in numerose band: i Talking Ties, i Sineterra, Marcello Giannini, Badara Sek, Francesco Forni, E Zezi, e ha iniziato un lungo percorso di studio della musica classica e popolare tunisina a fianco a Marzouk Mejri con cui ha fondato, Fanfara Station nel 2015, assieme al producer e beat-maker Ghiaccioli e Branzini.